play_arrow

AFERTRSUNAFTERSOUND puntata 35

MUUU

keyboard_arrow_right

AFERTRSUNAFTERSOUND puntata 35

MUUU

Listeners:

Top listeners:

skip_previous play_arrow skip_next radio
00:00
chevron_left
volume_up
chevron_left
  • cover play_arrow

    Live

play_arrow

La nave dei folli

La Nave dei Folli #6.12

micMatteotoday17/02/2025 22 7

Sfondo
  • cover play_arrow

    La Nave dei Folli #6.12 Matteo


Episodio 6.12

In memoria di Gianni Milano

Nell’autunno del 1943 Walter Pitts si trasferì al MIT per lavorare con Wiener, contribuendo a creare un ponte con McCulloch: si forma l’asse Cambridge-Chicago, e ben presto i tre iniziano a viaggiare anche verso Città del Messico, dove era tornato Rosenblueth come responsabile del laboratorio di fisiologia del nuovo Instituto nacional de cardiologia. A quel gruppo interdisciplinare sognato da Wiener, oltre a Lettvin si aggiunge Oliver Selfridge, un giovane inglese che si stava laureando in ingegneria al MIT, «pensatore creativo e ricercatore dalla mente rapida come Pitts, oltre che possessore di un’analoga vena di scelleratezza». Wiener adotta i tre giovani Pitts, Lettvin e Selfridge, che di frequente sono ospiti a casa sua, dove diventano amici delle figlie e della moglie Margaret, che prepara loro pranzetti assieme ai piatti vegetariani del marito e che talvolta si unisce ai loro scherzi: «gli mettevamo di nascosto del brodo di manzo nella zuppa, e la moglie ci spalleggiava» ricorda Selfridge. (Flo Conway e Jim Siegelman, L’eroe oscuro dell’età dell’informazione. Alla ricerca di Norbert Wiener, il padre della cibernetica, Codice, Torino 2005, p. 209-210)

Da una decina d’anni, intanto, Wiener aveva stretto solidi rapporti con un altro genio matematico, John von Neumann. Figlio di un ricco banchiere ebreo di Budapest che aveva da poco acquistato il titolo nobiliare, si era distinto fin da bambino per le sue straordinarie capacità intellettuali; in seguito era divenuto professore a Gottinga dove aveva elaborato una “teoria dei giochi” matematica – dovuta anche alla sua passione sfrenata per il gioco d’azzardo. Nel l933 si trasferisce a Princeton all’Institute for Advanced Study e negli anni successivi conosce Wiener nel corso di varie conferenze: i due iniziano ad avere fitti scambi di opinioni e a invitarsi reciprocamente a casa, anche con le consorti. I Wiener lo chiamano “Gentleman Johnny”, infatti a differenza degli stereotipi sui bambini prodigio e i professori di matematica sgangherati e con la testa tra le nuvole, vestiva elegante, parlava in modo forbito e sprigionava fascino ungherese.

Tra i due, era Wiener a essersi interessato maggiormente al calcolo assistito da una macchina, anche se von Neumann fu stimolato dalla presenza, dal 1936 al ’38, di Alan Turing a Princeton per «affinare le idee della sua dissertazione in embrione che introduceva il concetto di “macchina universale” per fare matematica», ma fu solamente quando la Seconda mondiale piombò sull’America che il suo interesse divenne concreto e non soltanto teorico. Come scrive Wiener, «la costruzione dei calcolatori si era dimostrata essenziale agli scopi bellici (…) e stava procedendo in diversi centri secondo linee non troppo differenti da quelle che il mio primo rapporto aveva indicato. Harvard, l’Aberdeen Proving Ground e l’Università di Pennsylvania stavano già costruendo macchine, mentre l’Institute for Advanced Study di Princeton e il Massachusetts Institute of Technology vi si sarebbero impegnati di lì a poco.» (Norbert Wiener, La cibernetica, p. 38) Inoltre, ai Laboratori Bell, George Stibitz prese ad assemblare il suo “calcolatore di numeri complessi” binario usando un cumulo di commutatori telefonici a due posizioni; nel 1939 alla Iowa State University, John Atanasoff rivelò il suo prototipo di calcolatore “ABC” a cui lavorava già da due anni assieme al suo laureando Clifford Berry, che era «la prima macchina digitale che ricorreva ai tubi a vuoto come componenti di calcolo, disponeva di una memoria rudimentale e di speciali “circuiti logici”». Sempre lo stesso anno gli ingegneri dell’IBM iniziarono a lavorare, sotto la direzione del professore di matematica di Harvard Howard Aiken, all’IBM Mark I, «il primo calcolatore digitale su larga scala che eseguiva le operazioni nel modo prescritto da Turing, seguendo automaticamente istruzioni logiche impresse in sequenza su un lungo nastro di carta», la cui progettazione era più primitiva di quella dell’ABC, infatti gestiva i numeri con il sistema decimale e non binario, e usava relè elettromeccanici e non tubi a vuoto. (Conway-Siegelman, p. 155)

«In questo programma vi fu un graduale progresso dai complessi meccanici a quelli elettrici, dal sistema decimale a quello binario, dal relè meccanico a quello elettrico, dall’operazione diretta dall’uomo a quella automatica. In breve, ogni nuova macchina veniva sempre più conformandosi al promemoria da me inviato al dottor Bush.» (Wiener, Introduzione alla cibernetica, p. 38) Wiener si riferisce a un memorandum che aveva inviato a Vannevar Bush, che negli anni Trenta aveva creato un prototipo di macchina calcolatrice, allorché nell’estate del 1940 vi aveva dedicato gran parte della sua attenzione, convincendosi che il suo limite «era quello della rappresentazione delle funzioni a più d’una variabile. Ero anche convinto che la soluzione del problema risiedeva nel procedimento di scansione, come viene impiegato in televisione, e infatti la televisione era destinata a essere più utile all’ingegneria per l’introduzione di questa nuova tecnica che non come industria indipendente. Era chiaro che un processo di scansione doveva accrescere considerevolmente il numero dei dati in gioco, rispetto al numero di dati in un problema di equazioni differenziali alle derivate ordinarie. Per ottenere risultati ragionevoli in un tempo ragionevole, diventava perciò necessario spingere al massimo la velocità dei processi elementari ed evitare di interrompere il flusso di questi processi con passi di natura essenzialmente più lenta. Diventava inoltre necessario portare l’esecuzione dei processi elementari a un grado di precisione tanto elevato da impedire che l’enorme ripetersi dei processi elementari stessi determinasse un errore cumulativo tale da riuscire inaccettabile. Venne quindi suggerito quanto segue:

  1. Che l’apparato centrale di somma e moltiplicazione della macchina calcolatrice fosse numerico, come in una normale addizionatrice, piuttosto che su una base di misura, come nell’analizzatore differenziale di Bush.
  2. Che questi meccanismi, i quali sono essenzialmente dispositivi di commutazione, fossero basati su tubi elettronici piuttosto che su ruotismi o relè meccanici, al fine di assicurare un’azione più rapida.
  3. Che, in accordo con gli orientamenti seguiti nella costruzione di alcuni apparati dei Bell Telephone Laboratories, sarebbe probabilmente risultato più economico adottare il sistema di numerazione binario, anziché quello decimale, per l’addizione e la moltiplicazione.
  4. Che l’intera sequenza delle operazioni venisse a svolgersi nella macchina, senza alcun intervento umano dal momento dell’ingresso dei dati a quello del prelievo dei risultati finali, e che tutte le decisioni logiche a ciò necessarie venissero anch’esse affidate alla macchina.
  5. Che la macchina contenesse un apparato per l’immagazzinamento dei dati in grado di registrarli rapidamente, di conservarli fino a cancellazione, di leggerli rapidamente, di cancellarli rapidamente, e di essere quindi immediatamente pronto all’immagazzinamento di altro materiale.» (Norbert Wiener, Introduzione alla cibernetica, pp. 26-27)

Con l’inizio della guerra, von Neumann divenne consulente del laboratorio di ricerca balistica dell’Aberdeen Proving Gound e dell’Ufficio munizioni della Marina, e nel 1943 entrò a far parte del segretissimo Progetto Manhattan. Quell’anno, inoltre, si recò in Inghilterra per osservare gli sforzi bellici britannici e vedere gli sviluppi pratici delle idee di Turing nella costruzione di un apparecchio per decifrare i codici tedeschi: la visita rinnovò i suoi interessi per la matematica meccanizzata e, per sua stessa ammissione, contribuì a sviluppare un «interesse osceno» per i computer. (Conway-Siegelman, p. 214) Ritornato in America, ad Aberdeen trovò però il nuovo calcolatore analogico di Bush da 100 tonnellate – completato l’anno prima – già sopraffatto dal lavoro di computare le tabelle di tiro per la nuova artiglieria. Intanto, lì vicino, alla Moore School di ingegneria elettrica dell’Università della Pennsylvania, una squadra mista di militari e civili guidata dal fisico John Mauchly e dall’ingegnere Presper Eckert stava costruendo un nuovo calcolatore digitale chiamato ENIAC (Electronic Numerical Integrator and Calculator). Von Neumann seppe della sua esistenza soltanto l’anno successivo, durante il suo lavoro teorico sulla bomba, e iniziò ad adoperarlo per escogitare nuovi modi di applicazione del calcolatore all’oscura materia della fissione atomica, cominciando nel frattempo a proporre miglioramenti in vista del successore dell’ENIAC, un calcolatore ancor più potente già in fase di progettazione.

Sommario 6.12

 

Riferimenti 6.12

  • Eruption, Eruption part I + part II + part V + part VI (Eruption – Conrad Schnitzler, Wolfgang Seidel, Klaus Freudigmann, 1970)
  • Steven Stapleton & David Tibet, The Dead Side of the Moon (Musical Pumpkin Cottage, 1996)
  • Nurse with Wound, Colder Still (Thunder Perfect Mind, 1992)
  • Fanfara Tirana, Mediterranè #1 (Albanian Wedding, 2007)
  • Spiritual Front, Requiem Æternam (Black Hearts In Black Suits, 2013)
  • Gianni Milano & Timoria, Uomo nudo blues (Timoria live: generazione senza vento, 2003)

La nave dei folli

0%