La Nave dei Folli #4.13 fraontheblock
Episodio 4.13
Il postmoderno: una ridefinizione del legame sociale
Dall’elogio della differenza al nomadismo identitario passando per la fine della Storia, il pensiero postmoderno persegue la demolizione del soggetto avviata con la decostruzione. All’inizio degli anni ’80 Jean-François Lyotard apre la porta a una ridefinizione del legame sociale inglobando i principali temi post-strutturalisti. In tal senso La condizione postmoderna, pubblicato nel 1979, proclama la fine delle Metanarrazioni e l’avvento di una società fondata sui giochi del linguaggio. Non c’è alcun bisogno di adoperare una grande finezza ermeneutica per capire che Lyotard colloca la sua riflessione sulla scia del paradigma cibernetico. Fin dalla prima pagina ci si fissa su questo punto: l’età postmoderna corrisponde a una mutazione globale dello statuto del sapere reso possibile dallo sviluppo dell’informatica e delle scienze della comunicazione. (La condizione postmoderna, p. 9)
«Il sapere scientifico è una specie di discorso. Si può dire che da quarant’anni le scienze e le tecnologie cosiddette di punta vertano sul linguaggio: la fonologia e le teorie linguistiche, i problemi della comunicazione e la cibernetica, l’algebra moderna e l’informatica, gli elaboratori e i loro linguaggi, i problemi di traduzione dei linguaggi e la ricerca di compatibilità fra linguaggi-macchina, i problemi di memorizzazione e le banche di dati, la telematica e la messa a punto di terminali “intelligenti”, la paradossologia: eccone alcuni esempi evidenti, e l’elenco non è esaustivo.» (p. 9-10) Degno di nota, è il fatto che La condizione postmoderna è il risultato di un rapporto finanziato dal governo del Quebec sullo stato del sapere nella società occidentale.
Mentre la genetica «che deriva il suo paradigma teorico dalla cibernetica» (p. 11) costituisce agli occhi di Lyotard l’esempio più lampante delle potenzialità di ricerca aperte dal sapere postmoderno, il trattamento informatico delle conoscenze corrisponde a una «radicale esteriorizzazione del sapere rispetto al “sapiente”», che rende possibile la sua circolazione mercantile.
«L’antico principio secondo il quale l’acquisizione del sapere è inscindibile dalla formazione (Bildung) dello spirito, e anche della personalità, cade e cadrà sempre più in disuso. Questo rapporto fra la conoscenza ed i suoi fornitori ed utenti tende e tenderà a rivestire la forma di quello che intercorre fra la merce ed i suoi produttori e consumatori, vale a dire la forma valore. Il sapere viene e verrà prodotto per essere venduto, e viene e verrà consumato per essere valorizzato in un nuovo tipo di produzione: in entrambi i casi, per essere scambiato. Cessa di essere fine a se stesso, perde il proprio “valore d’uso”» (p. 12-13)
Influenzato sia al livello della ricerca sia della trasmissione delle conoscenze, il sapere informatizzato dà luogo a una mutazione del legame sociale. Né il sistemismo totalizzante di un Luhmann, né la ricerca di un progetto moderno di emancipazione tramite un consenso legato ai mezzi di comunicazione di massa, come proposto da Habermas, secondo Lyotard possono descrivere la condizione postmoderna. In un contesto in cui la circolazione delle informazioni rimette in discussione le grandi istituzioni moderne a vantaggio di una autoregolazione tecnocratica, gli individui si ritrovano a doversi confrontare con la piccolezza del loro essere. Il ripiegamento su se stessi conseguente all’abbandono delle grandi Narrazioni è accompagnato da una nuova forma di socialità caratterizzata dall’eterogeneità linguistica delle relazioni: «Il sé è poco, ma non è isolato, è coinvolto in un tessuto di relazioni più complesse e mobili che mai. Giovane o vecchio, uomo o donna, ricco o povero esso è sempre situato ai “nodi” dei circuiti di comunicazione, per quanto infimi questi siano.» (p. 32)
È, come ammette lo stesso Lyotard nella nota che accompagna quest’ultima frase, «il lessico della teoria dei sistemi, come sostiene Philippe Nemo: “Rappresentiamoci la società come un sistema, nel senso della cibernetica. Questo sistema è una rete di comunicazioni con dei nodi in cui la comunicazione confluisce e dai quali viene redistribuita.” (“La nouvelle responsabilité des ‛clercs’”, Le Monde, 8/9/1978)»
Sommario 4.13