play_arrow

keyboard_arrow_right

Listeners:

Top listeners:

skip_previous play_arrow skip_next
00:00 00:00
chevron_left
volume_up
chevron_left
  • cover play_arrow

    Live

play_arrow

La nave dei folli

La Nave dei Folli #4.33

today17/07/2023 18

Sfondo
  • cover play_arrow

    La Nave dei Folli #4.33 fraontheblock


Episodio 4.33

In un saggio intitolato “L’offesa delle macchine”, Sloterdijk presenta l’umanesimo come una forma di narcisismo. Basandosi su un’ipotesi che definisce psico-storica, secondo cui la storia sarebbe una serie di andirivieni tra periodi di offesa (krankung, altrove tradotto come vessazione) e di narcisismo, o detto in altri termini, «la storia dei ferimenti e della rigenerazione dei sistemi immunitari mentali», si lancia in una lunga dimostrazione filosofica sulla costruzione dell’umano da parte della tecnoscienza. Per Sloterdijk il narcisismo corrisponde alle illusioni che l’essere umano ha nei riguardi di se stesso a seconda delle epoche: «Se osservati con uno sguardo di tipo sistemico, i potenti narcisismi appaiono come i segni di una riuscita integrazione affettiva e cognitiva dell’uomo con se stesso, con il suo collettivo morale e con la sua cultura.» (“L’offesa delle macchine”, p. 267) Rimettendo continuamente in causa la visione che ha di sé, la scienza moderna infligge una serie di offese all’umano che vede così la sua «omeostasi narcisista» momentaneamente disequilibrata.

Se Galieleo, Darwin e Freud, secondo una formula di quest’ultimo, hanno preso parte in successione al decentramento delle prospettive narcisistiche dell’umano (egli non è più il centro dell’universo, discende dalla scimmia e possiede un lato nascosto irrazionale), è soltanto con la rivoluzione biocibernetica che queste vengono definitivamente alterate. Se quelle erano unicamente di tipo retorico, dopo la terza umiliazione si entra nella «fase hardcore della storia della disillusione» (p. 271)

Riprendendo il biologo cognitivo Gerhard Vollmer, nella seconda metà del Novecento si è assistito alla quarta umiliazione, «da mettere in conto all’etologia umana, a quella scienza, insomma, che cerca di inscrivere non solo la physis, ma anche il comportamento culturale umano in una discendenza storica che si pone in continuità con gli sviluppi evolutivi del regno animale», mentre «una quinta umiliazione è provocata, secondo lui, dalla teoria evolutiva della conoscenza». A queste fanno seguito una sesta ondata ad opera della sociobiologia, legata alla scoperta dell’egoismo dei geni, che nell’opinione del suo fondatore «distrugge l’autoillusione adulatoria dell’uomo che crede di poter fondare il suo comportamento su motivi olistici, altruisti, idealisti e disinteressati. (…) Al centro del teatro del mondo non ci sarebbero né specie, né singoli individui, entrambi sarebbero invece solo maschere e mezzi di una forza centrale preumana, la volontà di potenza del gene.» Al settimo posto, nello scenario di Vollmer, troviamo l’umiliazione inferta dal computer, che ha essenzialmente due volti: «uno antropologico, che guarda all’uomo come al suo doppio macchinico e lo umilia scimmiottandolo, e un altro di carattere storico-mediale, che declama l’uomo odierno, nella misura in cui si presenta come un animale culturale, capace di osservazione, parlante e capace di scrittura, e lo obbliga a prendere coscienza di quanto egli sia, a questo riguardo, antiquato e inadeguato per il futuro.»

Eppure secondo Sloterdijk siamo solo agli inizi e la serie di umiliazioni sarà ancora lunga: «già si annunciano due ospiti ancora più spaesanti, che promettono di gettare fuori definitivamente l’uomo dalla sua casa: da un lato, la ferita ecologica dimostra che gli uomini delle culture calde da lungo tempo misconoscono e distruggono i sistemi-ambiente complessi, che non sono capaci né di comprendere né tanto meno di preservare. Infine, va considerata una ferita neurobiologica, che proviene dall’alleanza tra genetica, bionica e robotica, che fa sì che le manifestazioni più intime dell’esistenza umana, come la creatività, l’amore e la libertà di scegliere, sprofondino in una palude satura di fuochi fatui, fatta cioè di tecnologie riflessive, terapie e giochi di potere.» (pp. 272-274)

Sommario 4.33

  • Introduzione
  • Sarebbe meglio rovesciare l’intero, disgustoso sistema e accettarne le conseguenze – Controstoria di Ted Kaczynski (Quarta e ultima parte)
  • Di una società patologica e di metodi di risoluzione indotti dal sistema per controllarla – TESTO

 

Riferimenti 4.33

  • Da Capo Zirkus, Zirk’us (Entre, 2002)
  • Frank Zappa & Ensemble Modern under Peter Rundel, None Of The Above + Ruth Is Sleeping + Pound For A Brown + Questi Cazzi Di Piccione + Exercise #4 + Get Whitey + Welcome To The United States + G-Spot Tornado + Be-Bop Tango (The Yellow Shark, 1993)
  • Bobby Beausoleil, Lucifer Rising Part VI (Lucifer Rising, 1980)

La nave dei folli

0%