La Nave dei Folli #4.90 Matteo
Un altro viaggio è terminato, La Nave dei Folli ammaina le vele e se ne torna in rada.
Mentre il fragore di nuove e indicibili guerre squarcia orizzonti che si fanno più vicini, i mozzi lasciano claudicanti il ponte, stanchi e insoddisfatti per un peregrinare che sembra sterile e vano.
Vieppiù disarmati innanzi a eventi travolgenti, talvolta incapaci a comprenderli, più sovente fin troppo pronti a coglierli nell’immensa crudeltà, si ritirano nelle fetide taverne dove ad accoglierli ci sarà l’oscurità, tra il sollazzo di un canto e l’oblio di un calice amaro e forte.
Difficile buttar giù il veleno che distilla quotidianamente l’esistenza tecnologicamente programmata e assistita; difficile accettare ritardi e tentennamenti nell’andare all’arrembaggio; difficile sentirsi pirati senza compagnie su cui contare e senza vascelli da depredare.
Nel silenzio della notte lungo i moli, tra un lontano gemito di gabbiani e lo strisciar di pantegane, fissando la luna muta sorella, proveranno a meditare su ipotetiche future scorribande, a trovar ragioni e stimoli per continuare.
Dove, come e quando sarà il tempo a rivelare.
Sommario 5.40
Riferimenti 5.40