
La Nave dei Folli #6.16 Matteo
Episodio 6.16
La prima conferenza aveva fornito quel che molti partecipanti avevano sperato, una cura per il «brivido collettivo che molti scienziati avvertivano all’ombra dei trionfi bellici della scienza americana» (Flo Conway e Jim Siegelman, L’eroe oscuro dell’età dell’informazione, p. 235) e un primo passo verso la creazione di una serie di strumenti in grado di affrontare la complessità della situazione e garantire la pace internazionale. Il primo nucleo di ingegneri e matematici avrebbe potuto ampliare i propri orizzonti grazie alla presenza degli scienziati sociali, tuttavia si era deciso si lasciare tassativamente fuori dalla porta qualsiasi discussione che riguardasse la politica.
«Le controversie sociali, specialmente quelle che coinvolgevano idee socialiste, non ebbero spazio nelle conferenze come non ne avevano in generale nell’ambiente accademico. Nessuno storico o politico fu mai invitato, neanche come ospite, e l’unico sociologo presente era interessato solamente ai metodi statistici. Con l’eccezione del primo incontro le discussioni filosofiche furono assenti e l’ideale di un linguaggio scientifico puro dominò tutti gli incontri successivi. Poiché il meccanicismo era un elemento ricorrente, un tema popolare dopo i successi tecnologici connessi con la Seconda guerra mondiale, l’esistenza stessa dei sentimenti umani (troppo soggettivi!) fu notevolmente ridimensionata o via via giustificata, senza tener conto delle proteste di pochi partecipanti. Perfino alcuni scienziati sociali antropocentrici come Mead e Frank diventarono fautori di un livello di spiegazione meccanicistico in cui la vita è interpretata come un meccanismo di riduzione dell’entropia, gli esseri umani descritti come servomeccanismi, le loro menti come calcolatori e i conflitti sociali ridotti a teoria matematica dei giochi.» (Steve Heims, I cibernetici, pp. 31-32)
Le metafore meccanicistiche favorirono l’interpretazione dell’individuo e della comunità in termini di sistemi meccanici: migliorare la condizione umana, alleviare e prevenire le sofferenze era descritto nei termini di riparazione e aggiustamento di meccanismi complessi (“sistemi”), e in alcuni l’ottimismo portava ad auspicare un’organizzazione sociale affidata agli esperti di scienze sociali.
Nei mesi dopo la prima conferenza, McCulloch e Pitts si immergono nella questione della percezione sollevata da Heinrich Klüver, Bigelow e von Neumann iniziano la costruzione del calcolatore allo IAS mentre quest’ultimo fa la spola con Los Alamos per seguire la progettazione della superbomba; dal canto suo Wiener inaugura una nuova fase di lavoro con Rosenblueth, iniziando a trasferirsi 6 mesi all’anno in Messico per studiare il sistema nervoso come apparato di comunicazione. I due erano ansiosi di applicare le teorie statistiche della comunicazione allo studio della trasmissione dei segnali nelle lunghe fibre degli arti dei gatti e di altre cavie, concentrandosi inoltre sulle reti nervose che controllano il battito cardiaco. I risultati di queste ricerche sono racchiusi in un lungo articolo di Wiener, in cui propone di collegare meccanica statistica, ingegneria della comunicazione, teoria dei meccanismi di controllo delle macchine, biologia e anche psicologia e scienza sociale sotto il segno della “comunicazione”: «il meccanismo neuromuscolare di un animale o di un uomo è certamente uno strumento di comunicazione, come lo sono gli organi sensoriali che ricevono impulsi dall’esterno. Fondamentalmente le scienze sociali sono lo studio dei significati della comunicazione tra gli uomini o, più in generale, tra qualsiasi genere di esseri viventi. L’idea unificante delle diverse discipline è il MESSAGGIO e non un qualsiasi specifico apparato che agisce sui messaggi.» (“Time, Communication and the Nervous System”, presentato alla conferenza della New Tork Accademy of Sciences il 21 ottobre 1946 e pubblicato negli Annals, n. 50, 1948)
Sommario 6.16
Riferimenti 6.16